Countdown


al 2008







Il termine Calendario ha origine antiche e deriva da calende, il nome che i romani davano al primo giorno di ogni mese.
La misura del tempo, il modo di suddividere nella maniera più esatta possibile la durata di un anno in stagioni, in mesi e in giorni, ha preoccupato astronomi e scienziati sin dall’antichità. Realizzare un Calendario, per quanto primitivo e impreciso, significò per i nostri progenitori possedere uno strumento dove segnare le tappe della propria evoluzione, interiore ed esteriore e, contemporaneamente, celebrare a date fisse quanto poteva riportare ai rapporti con gli dei, con le forze cosmiche, con il mondo dei trapassati. Il Calendario è stato definito la misura del movimento cosmico perché in esso vengono indicati anche i passaggi delle stelle, le fasi della Luna e, giorno dopo giorno, il levarsi del Sole ed il suo tramonto: come dire la vita, che si allaccia ad una pausa di silenzio e di oscurità per risorgere puntualmente ad ogni aurora, ad ogni alba.






La Lunazione ed il ciclo Solare


Non è possibile stabilire la data esatta della nascita del Calendario, ma è certo che il primo calcolo sul numero dei giorni e delle notti è stato eseguito osservando le apparizioni della Luna. Da una Luna piena all’altra passa sempre lo stesso periodo di tempo: 29 giorni e mezzo. Su questo intervallo costante e regolare, detto “lunazione”, furono costruiti alcuni dei primi Calendari dell’antichità, divisi in 12 mesi di 29 o 30 giorni alternati.
Anche l’apparente movimento del Sole ha ritmi costanti e regolari. Il tempo tra un passaggio del sole sul punto più alto che raggiunge nel cielo, detto Zenit, ed il successivo è sempre lo stesso: un giorno. Ma l’altezza del Sole allo zenit varia a seconda delle stagioni. Gli antichi avevano notato che tra i due Zenit più alti trascorrono sempre 365 giorni e un quarto, cioè un anno solare. Sul ciclo solare si basavano altri calendari dell’antichità, divisi in 12 mesi di trenta giorni. A fine anno si aggiungevano 5 o 6 giorni supplementari, per seguire il ciclo solare.




Il Calendario Giuliano


Il nostro Calendario attuale deriva da quello usato oltre duemila anni fa dagli antichi romani, che subì varie modifiche nel corso del tempo. All’inizio usavano un Calendario basato sui mesi lunari e sull’anno solare. I dodici mesi lunari di 29 giorni non bastavano a completare l’anno solare di 365 giorni, perciò, ogni tanto, aggiungevano un tredicesimo mese. Ma qualche volta si dimenticavano di farlo, così, per risolvere il problema, decisero di conservare soltanto l’anno solare e l’anno fu diviso in 12 mesi di 30 e 31 giorni, eccetto Febbraio che fu accorciato a 28 per far tornare il totale di 365. Poiché, in realtà l’anno solare dura 365 giorni e un quarto, si decise di aggiungere, ogni quattro anni, un giorno al mese di Febbraio. In latino questo giorno si chiamava bisextus, perciò ancor oggi si chiama bisestile l’anno di 366 giorni. Questa nuova versione fu chiamata calendario Giuliano in onore dell’imperatore Giulio Cesare.




Il Calendario Gregoriano


Il Calendario Giuliano restò in vigore fino al 1852 quando ci si accorse che aveva 10 giorni di ritardo sul Sole: l’anno solare, infatti, è leggermente più breve di 365 giorni e un quarto e dura, per la precisione 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Per recuperare il ritardo accumulato si decise di saltare d’un colpo i dieci giorni di differenza; inoltre, per evitare che l’inconveniente si ripetesse, si decise che gli anni divisibili per 100 non sarebbero stati più bisestili, anche se di norma avrebbero dovuto esserlo. Il Calendario Giuliano, così modificato, fu detto “gregoriano”, in onore di Papa Gregorio XIII.

La riforma gregoriana si è oggi imposta quasi ovunque in occidente, ma all'inizio venne rifiutata da molti Stati, soprattutto da quelli a maggioranza protestante perchè proveniva dall'odiata Roma papalina. Negli Stati riformati della Germania e dei Paesi Bassi venne adottata soltanto nel 1700, e in Gran Bretagna nel 1752. Ancor oggi i cristiani d'Oriente hanno in adozione il Calendario giuliano e le loro feste sono perciò sfasate rispetto alle nostre.





















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